Dove siamo? Sulle pendici del Vulcano nella fascia pedemontana
NICOLOSI si stende sul fianco meridionale dell'Etna ed il nucleo abitato rientra nella fascia pedemontana o coltivata, simbolo di naturale ubertosità e magnificenza" se seguiamo la classificazione per regioni che attuava, alla fine del secolo scorso, il nostro concittadino GIUSEPPE BORZI' da NICOLOSI nella sua opera "L'Etna scientifico-storico" .
Nel libro stampato a Catania nel 1894 G. Borzì descrive origine e formazione del vulcano, parla diffusamente della topografia dell'Etna e classifica le regioni in:
a) DESERTA,
b) BOSCHIVA,
c) COLTIVATA.
Lo stretto rapporto tra natura e storia trova conferma per tutti i centri etnei, allorché si parla di primi insediamenti nel territorio, visto che, nell'antichità classica le foreste ricoprivano interamente questa regione.
Un pesante sfruttamento avvenne in epoca romana e solo nel periodo arabo si iniziò la realizzazione di un'importante rete stradale campestre, le "trazzere", che fu incrementata, con ben diversi intenti, con l'avvento dei Normanni.
La nascita di tutti i centri urbani della fascia pedemontana va comunque sempre relazionata a vari fattori ed in primo luogo al periodo storico in cui il sito fu individuato, occupato, sfruttato e quindi stabilmente popolato. Le variazioni sono notevoli se raffrontiamo Adrano (II sec.) e Zafferana (XVIII sec.), Randazzo (IV sec.)e NICOLOSI (XIV sec.).
"Chi percorre la prima regione pedemontana o meglio ''la coltivata'', che si estende da Catania all'antico Monastero di S. Nicolò dell'Arena, e da questo alle pianure di Mascali e sue adiacenze, e vi ferma sopra lo sguardo, non può certo trattenersi dall'esclamare: questa spaziosa terra, che si rompe in valli, in poggi, in colline, in colli, in monti, in pianure, sparsa tutta di rigogliosi vigneti, e di alberi fruttiferi d'ogni sorta, è la terra più pittoresca del mondo.
E a voler renderla più splendida, più maestosa, la natura vi collocava in fondo il più grande vulcano che si abbia in Europa, famoso nella storia della scienza naturale e celebre presso gli antichi, per le fantastiche immagini, che i più grandi poeti vi associarono'.
Una rosa di paesi, piccoli e grandi, contorna le pendici dell'Etna, costituendo appunto la fascia o regione pedemontana, ben coltivata e fertile .
Qui natura e storia, da sempre, appaiono due aspetti diversi di una medesima realtà: lava che distrugge ed uomo che ricostruisce o costruisce, con la stessa pietra lavica, il suo paese, la sua casa... con quei materiali "poveri" che la natura circostante gli offre, ma che sono ricchi di qualità e di variazioni.
Così ricchissimo è il valore che, nel tempo, i paesi etnei hanno accumulato come testimonianza di una civiltà contadina in cui il materiale lavico, la pietra nera basaltica, naturale o lavorata, è stata utilizzata per strade e muri a secco, piazze e cornicioni, intonaci ed archi, caseddi e cisterne, chiese e semplici cappelle votive, costituendo uno straordinario tessuto continuo di vita che oggi, più che mai, occorre difendere, non tanto dalle avversità naturali quanto dall'incuria, dalla limitata tutela, dai soprusi dell'uomo, dalla scarsa coscienza e da un incolto processo di modernizzazione.