La Religiosità Popolare attraverso le Cappelle votive
E' indispensabile dedicare una sezione alla religiosità dei Nicolositi che si evince nella miriade
di altarini ed altarelli dedicati principalmente ai Santi Protettori: S. Antonio Abate,
S. Antonio Abate
S.Antonio di padova e la Madonna delle Grazie,
ma anche al Signore
e, non ultimi San Giuseppe
e Sant'Agata.
"Chi non conosce il popolo di Nicolosi, bisogna sappia ; esso è franco... ed è anche attaccatissimo alla propria religione e non ne trascura le pratiche e gode di quella fede viva che tanti desiderano di possedere per trovare un appoggio nella fede con la preghiera."
G. Borzì da Nicolosi. L'Etna scientifico-storico
Nicolosi in questo non differisce dagli altri paesi etnei: lungo le vie, incastonate nei muretti di delimitazione o poste sulle facciate delle abitazioni, è cosa molto consueta scorgere piccole edicole, sotto forma di icone. Esse sono testimonianza di uno scampato pericolo, o il Santo in esse raffigurato è invocato a protezione del luogo, particolarmente l'abitazione, e mostrano la devozione e la fede semplice del nostro popolo.
Un tempo si era soprattutto contadini e pastori o guide dell'Etna, gente abituata a privazioni, a rinunce, alla lontananza; oggi tutti sappiamo di più e talvolta crediamo di meno, presi da altri interessi. Nel momento del bisogno si fa ricorso ai Santi, convinti ancora spesso che siano essi e non Dio, per loro intercessione, a fare il miracolo.
In realtà gli altarini richiamano alla memoria antiche consuetudini pagane e, perché no, romane.
E la fede profonda e semplice mista a tale religiosità un po' paganeggiante si è sempre manifestata nei tempi.
Incominciamo col ricordare che durante l'eruzione del 1536 i Padri Benedettini pensarono, quando la lava stava avvicinandosi al Monastero di ricorrere alla loro più preziosa reliquia, il Sacratissimo Chiodo che fu portato, per la prima e forse unica volta, come riferisce il Carrera in solenne processione con la partecipazione di tutti i contadini, fin quasi al fronte lavico:
"la Possanza Divina non sa negar cosa a gli incessanti prieghi vere lagrime de' Fedeli"
L'esempio più significativo è comunque quello fornito dal popolo nicolosita subito dopo la riedificazione del paese agli inizi del 1700. Lungo tutto il perimetro del paese stesso vennero costruiti 14 altarini che rappresentavano le stazioni della Via Crucis, presso i quali la gente si riuniva a pregare e per manifestare la propria fede nonché il ringraziamento per il ritorno e come simbolo e richiesta della protezione divina affinché quanto accaduto non avesse più a ripetersi.
Certo è anche che, non sempre, i Nicolositi o meglio non tutti hanno manifestato questa fede convinta o profonda religiosità! Per questo concludiamo citando le parole che il Cardinale G.B.DUSMET disse il 13 giugno 1886 quando avvenne il rientro degli abitanti in Nicolosi abbandonata il 30 maggio:
"Popolo di Nicolosi! ... Io sono con Nicolosi,
raumiliato ravveduto, pentito!
Perché ciò non cada un istante sol
dal tuo pensiero, tu hai presso di te due segni,
l'uno gli Altarelli, l'altro il luogo che io mi
affretterò di illustrare alzandovi acconcia
cappellina..."
Anche oggi occorrerebbe, di tanto in tanto, rileggere queste parole!