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Zonazione & norme di comportamento

 

Il Parco dell'Etna è suddiviso in quattro zone di cui due, A e B, sono il parco vero e proprio e le altre due, C e D, sono di preparco.

PARCO  2

ZONA A

La zona A (19000 ha) si estende dai crateri sommitali (3300 m) fino a quota 870 m s.l.m. E' formata, nella parte più elevata, dai crateri veri e propri e dal deserto lavico dove le forme di vita trovano condizioni proibitive d'esistenza. In questa zona non ci sono insediamenti abitativi di nessun genere, ad eccezione dei casolari utilizzati dai pastori nel periodo estivo e di alcuni rifugi forestali.

Le uniche attività produttive nel passato sono state la pastorizia e lo sfruttamento forestale, ma, mentre l'attività di pascolo è stata di entità ridotta, soprattutto per le difficoltà di reperire delle risorse idriche per il bestiame, lo sfruttamento forestale, fino a una trentina di anni fa, è stato intenso.

Prima ancora che venisse istituito il Parco, l'Azienda Foreste Demaniali della Regione Sicilia, che ha in gestione sia i terreni del demanio forestale regionale che i demani comunali, per un totale di 10000 ettari sui 19000 totali della zona, aveva limitato fortemente i tagli di utilizzazione. Dopo l'istituzione del Parco, questi tagli sono stati formalmente proibiti.

All'interno della zona A esistono due aree circoscritte complessivamente estese all'incirca 800 ettari chiamate zone C altomontane, dove, prima che venisse istituito il Parco, erano stati realizzati impianti di risalita, una funivia, alberghi per un centinaio di posti letto ed altre strutture turistiche.

In base alla disciplina del Parco attualmente è proibito qualunque altro insediamento turistico. La limitata estensione di queste aree, e il ridotto numero di infrastrutture esistenti, fanno si che non risulti alterata ed influenzata in senso negativo l'integrità della zona A del Parco. Il fatto che buona parte di essa appartenga al demanio forestale regionale ed ai demani comunali, rende facile l'applicazione dei divieti previsti.

L'obiettivo di lungo periodo che il Parco dovrebbe perseguire nella zona A è di ridurre progressivamente la presenza umana, sia quella determinata dalla pastorizia che dall'attività selvicolturale, e creare le condizioni perché la natura possa dispiegarsi per intero con la presenza di tutte le componenti delle biocenosi comprese alcune delle specie presenti un tempo e oggi scomparse (ad esempio il capriolo).

Animali caratteristici di questa zona, sono i rapaci:

  • Nibbio;
  • Poiana;
  • Aquila Reale

da molto tempo minacciati dall'estinzione.

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Nella zona A è consentito:

  • esercitare la pastorizia;
  • esercitare le attività forestali;
  • esercitare le attività antincendio;
  • praticare escursionismo, sci- alpinismo e sci-escursionismo;
  • raccogliere funghi;
  • esercitare attività di ricerca scientifica;
  • accedere alla parte sommitale del cratere (solo con mezzi autorizzati);
  • effettuare attività di ripopolamenti faunistici ed introdurre specie scomparse (solo sotto un piano del Parco);
  • effettuare interventi di prevenzione dei rischi vulcanici.
     

E' vietato:

  • realizzare nuove costruzioni;
  • modificare il regime delle acque;
  • prelevare terra o altri materiali;
  • raccogliere o manomettere rocce o materiali;
  • introdurre qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura;
  • esercitare la caccia o la cattura degli uccelli;
  • danneggiare, disturbare o catturare animali;
  • abbandonare rifiuti;
  • introdurre veicoli motorizzati;
  • praticare il campeggio;
  • accendere fuochi.
     

ZONA B

La zona B, analogamente alla zona A, è presente nei quattro versanti e raggiunge la sua massima altitudine (1880m/slm) in contrada monte Vetore nel versante sud, mentre la quota più bassa (640m/slm) si trova alla base di monte Gorna, nel versante est.

Estesa 26000 ettari, è ricoperta in parte da formazioni naturali di Pino laricio, Cerro, Roverella e da castagneti e noccioleti, utilizzati da tempo immemorabile. Queste aree appartengono a privati, e in misura ridotta al demanio forestale regionale e ai demani comunali. Sono presenti colate laviche recenti ed antiche; famose le lave cordate di piano dei Grilli nel versante ovest. Su queste colate in tempi diversi si sono insediate, dopo muschi e licheni, specie pioniere come la ginestra dell'Etna.

Nella zona B è presente in modo significativo una secolare e straordinaria attività agricola. Grazie al lavoro di svariate generazioni sono stati creati pometi, pereti, vigneti, per lo più adagiati sui terrazzamenti, incisi sul fianco della montagna.

Particolare fama hanno raggiunto, per la bontà dei prodotti, i pistacchieti di Bronte, i vigneti di Castiglione, i noccioleti di S.Alfio, i pereti e meleti delle contrade " Tardaria " e " Milia ".

A seguito della istituzione del Parco, sono state vietate in modo generalizzato, in questa zona, le nuove costruzioni edilizie a scopo residenziale, mentre è consentita la costruzione di infrastrutture a servizio dell'agricoltura (magazzini, deposito attrezzi, cisterne, ecc...), Gli altri divieti riguardano: caccia, attività estrattiva, modifica del regime delle acque, danneggiamento della flora e della fauna. Sono invece incoraggiate dal Parco le attività agricole tradizionali, selvicolturali ed artigianali.

Questi punti base saranno attrezzati in modo da poter fornire informazioni sul parco, organizzare visite guidate, vendere prodotti agricoli tipici, ecc..; alcuni di essi potranno fungere da veri e propri "ostelli" in modo da consentire un soggiorno con una spesa relativamente ridotta.

In conclusione mentre nella zona A, l'obiettivo del Parco è la protezione degli ecosistemi che sono rimasti poco alterati dall'attività umana, nella zona B la finalità da perseguire è il mantenimento delle caratteristiche paesaggistiche dell'area, sostenendo la ripresa delle attività tradizionali compatibili, prime fra tutte quelle agricole e forestali.

L'animale più caratteristico della zona B è il Gufo.
 

Nella zona B è consentito:

  • esercitare, proseguire, riattivare le attività agricole nelle aree già utilizzate ai fini agricoli.
  • lo svolgimento delle attività agricole ed il mutamento di coltura;
  • lo svolgimento delle attività zootecniche;
  • la difesa delle piante ed i loro prodotti;
  • la manutenzione, il restauro, e la ristrutturazione di edifici rurali
  • la realizzazione di strutture edilizie necessarie per la conduzione del fondo;
  • la realizzazione di nuovi elettrodotti rurali;
  • l'accesso motorizzato ai fondi per le attività produttive;
  • la destinazione di immobili esistenti che abbiano idonea consistenza ad attività agro-turistiche.
     

E' demandato:

  • la razionalizzazione, previa puntuale ricognizione, della rete di stradelle di accesso ai fondi,
  • la fissazione delle tipologie relative a nuove costruzioni per lo svolgimento delle attività agricole;
  • la stesura di un programma di sviluppo colturale di massima, entro cui sarà consentita la libera iniziativa privata;
  • esercitare attività silvo-colturali e forestali;
  • esercitare attività antincendio;
  • raccogliere funghi ed altri prodotti vegetali a scopo alimentare;
  • esercitare l'escursionismo, lo sci-alpinismo e lo sci-escursionismo;
  • esercitare attività di ricerca scientifica;
  • esercitare attività sportive;
  • effettuare ripopolamenti faunistici e reintrodurre specie scomparse;
  • esercitare il traffico motorizzato;
  • esercitare la pastorizia;
     

E' vietato:

  • realizzare nuove costruzioni;
  • modificare il regime delle acque;
  • prelevare terra, sabbia o altri materiali;
  • raccogliere o manomettere rocce o minerali;
  • introdurre armi da caccia, esplosivi e qualsiasi altro mezzo distruttivo o di cattura;
  • esercitare la caccia o l'uccellagione;
  • danneggiare, disturbare, turbare o catturare animali;
  • asportare o danneggiare piante o parti di essa;
  • abbandonare rifiuti e predisporre posti di raccolta;
  • introdurre veicoli a motore sui sentieri montani e sulle mulattiere;
  • praticare il campeggio;
  • accendere fuochi all'aperto;
  • introdurre specie animali o vegetali estranee alla fauna ed alla flora della zona;
  • esercitare qualsiasi attività industriale, compresa anche quella estrattiva;
  • realizzare discariche o qualsiasi altro impianto di smaltimento di rifiuti.
     

ZONA C

Si trova in genere alle quote più basse del vulcano, ad un altitudine compresa tra i 600 e gli 800 m/s.l.m., non molto distante dai centri abitati. E' estesa 4300 ha. I relitti di vegetazione naturale presenti sono tipici di queste quote. Il paesaggio è fortemente contrassegnato da colture agricole rappresentate da ulivi, mandorli e pistacchi, nel versante occidentale; noccioli, viti e castagni in quello orientale.

Nella zona C è consentito l'insediamento di strutture turistico-ricettive, naturalmente nel rispetto degli ambienti naturali e del paesaggio agricolo tradizionale. Anche in questa zona è vietata la costruzione di seconde case, perché contrariamente alle strutture ricettive, sono ritenute incompatibili con le finalità del Parco.

Sono altresì vietate: la caccia. tranne quella del coniglio secondo il calendario venatorio regionale, l'attività estrattiva e l'introduzione di specie animali e vegetali estranee alla fauna e alla flora. L'obiettivo che il Parco si propone di raggiungere è quello di ottenere uno sviluppo, compreso quello turistico, equilibrato ed armonico, compatibile con il rispetto del paesaggio e degli ambienti naturali.

In questa zona l'animale più diffuso è la Volpe.
 

Nella zona C è consentito:

  • effettuare interventi di manutenzione o restauro su manufatti già esistenti;
  • esercitare attività agricole;
  • realizzare strutture edilizie necessarie per la conduzione del fondo;
  • esercitare attività sportive;
  • praticare il bivacco e il campeggio;
  • effettuare interventi di ristrutturazione edilizia;
  • effettuare il restauro di edifici di particolare interesse culturale;
  • realizzare nuove costruzioni non a fine di operare trasformazioni urbanistiche.
  • effettuare qualsiasi altra attività non vietata.
     

E' vietato:

  • realizzare nuove costruzioni al fine di operare trasformazioni urbanistico-edilizie del territorio;
  • introdurre armi da caccia, esplosivi o qualsiasi altro mezzo distruttivo;
  • esercitare la caccia o l'uccellagione;
  • catturare animali o danneggiare il loro habitat naturale;
  • introdurre specie animali o piante estranee alla flora o alla fauna etnea;
  • abbandonare rifiuti;
  • accendere fuochi all'aperto;
  • esercitare attività industriali o estrattive.
     

ZONA D

La zona D è la fascia esterna del preparco ed incomincia dalla quota più bassa di 580 m/s.l.m. in contrada Petrulli nel comune di Zafferana Etnea. E' estesa 9700 ha.

In questa zona fortemente antropizzata, sono presenti dei relitti di bosco di querce, mentre sono molto estese le coltivazioni di ulivo, mandorlo, pistacchio ed anche di ficodindia che associato ad altre culture, forma le cosiddette "chiuse" secondo la definizione catastale.

In questa fascia è consentita la costruzione di case rurali le quali, sempre sotto il diretto controllo del Parco dovranno avere particolari requisiti di finitura utilizzando prevalentemente i materiali locali.

Sono anche consentite le attività agricole, zootecniche, selvicolturali, artigianali ed industriali comprese quelle estrattive (cave). Non sono invece ammesse le discariche ed in genere le attività inquinanti. E' altresì vietata la caccia ad eccezione del coniglio.

E' anche vietato esercitare l'uccellagione, danneggiare, raccogliere o distruggere nidi e uova, introdurre specie vegetali o animali estranee alla flora ed alla fauna tipiche della zona. Obiettivo del Parco, nella zona, è consentire uno sviluppo che non stravolga le finalità del Parco stesso.

L'animale predominante è il famoso Cirneco dell'Etna
 

Nella zona D è consentito:

  • realizzare nuove costruzioni a scopo di trasformazioni urbanisticho-edilizie territoriali;
  • esercitare attività agricole, zootecniche o silvo - colturali;
  • esercitare attività commerciali;
  • esercitare attività artigianali;
  • circolare con qualsiasi mezzo di trasporto;
  • effettuare attività sportive;
  • esercitare qualsiasi altra attività non vietata.
     

E' vietato:

  • abbandonare rifiuti;
  • introdurre animali o piante estranee alla flora o fauna etnee;
  • esercitare l'uccellagione e danneggiare nidi o uova;
  • accendere fuochi all'aperto.